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Valeria Golino, regista di “Euforia”, ha voluto come protagonista per il suo secondo film Riccardo Scamarcio, il suo ex compagno, l’uomo che più l’ha fatta soffrire. La coppia formata da lei e Riccardo Scamarcio è durata 11 anni. Come ha vissuto la fine della vostra storia? «La delusione sentimentale è stata fortissima, la più grande della mia vita. D’altra parte più c’è amore e più si soffre. Tutti diamo il peggio di noi stessi in certe circostanze (…) Se vuoi bene a una persona, poi ti riconcili. Abbiamo passato anni bellissimi insieme e le rispettive famiglie fanno parte della nostra vita. Noi non solo non ci portiamo rancore, ma abbiamo addirittura fatto un film», racconta Golino al settimanale F.

 

Non si soffre a rivedersi su un set quando una storia è finita? «In effetti ho anche temuto che fosse così ma il tempo aiuta. Poi, sul set, il lavoro artistico diventa la priorità, sentiamo tutti una grande responsabilità, e la vita privata si mette tra parentesi. Lui voleva aiutare me e io volevo aiutare lui: c’era una reciproca voglia di darsi una mano. Da donna, però, la ferita resta. E con quella il disincanto verso l’amore». Non è rimasta sola a lungo però. «No, sola non sono mai stata. C’è una persona nella mia vita (l’avvocato Fabio Palombi, ndr) da circa un anno, ma non è una relazione come le precedenti, non abitiamo insieme, cosa che per me è una novità. Forse sono cambiata, forse ho solo molta paura di rimettermi in gioco».

 

Riccardo Scamarcio, 39 anni, nel film è Matteo, un businessman omosessuale, tossico e promiscuo, che si fa carico della malattia di suo fratello Ettore, interpretato da Valerio Mastandrea. Scamarcio, racconta, non immaginava avrebbe avuto questa parte: «Quando Valeria ha scritto il film, era un momento complicato. Poi però mi ha dato il copione da vedere, per un parere, e da attore, animale, ho sentito un odore di personaggio pazzesco». Intanto «lei faceva dei provini, ma questo protagonista non lo trovava. E a un certo punto mi ha chiesto: ma insomma, tu lo faresti?». Racconta che c’è stato un vero e proprio provino e che «l’idea mi faceva paura«, ma alla fine «ci siamo divertiti un sacco».

 

Sulla fine della loro relazione decennale ammette che «è una sconfitta. È una cosa estremamente dolorosa dalla quale non sono ancora guarito». Aggiunge che ·le persone smettono di vedersi, ma la storia continua anche senza di loro». Riconosce che questa armonia è fragile: «Lei è più intelligente di me, anche più sensibile».

 

Fonte http://www.lastampa.it/2018/10/17/spettacoli/valeria-golino-la-fine-della-storia-con-scamarcio-la-pi-grande-delusione-della-mia-vita-NHo2NdR54zQCgCRVNXY5sI/pagina.html

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