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Anastasio ha vinto X Factor e la cosa non fa più notizia. Non solo perché il talent si è concluso da diverse ore, ma perché il rapper campano che ha in qualche modo riscritto le regole del talent, era ampiamente il favorito della vigilia, per i bookmakers e per l’opinione pubblica. Fanpage.it ha raggiunto telefonicamente Marco Anastasio, che racconta le prime sensazioni dopo la vittoria, il percorso e soprattutto un ulteriore chiarimento rispetto alla questione che, a poche ore dalla finale di X Factor, ha generato un piccolo polverone mediatico che ha rischiato di comprometterne la reputazione agli occhi del pubblico.

Si parla naturalmente delle sue presunte posizioni politiche destrorse, desunte da un particolare comportamento sui social prima di entrare a far parte del programma di Sky. Cose sulle quali il rapper vincitore della dodicesima edizione del talent ha già risposto nel corso della conferenza stampa finale del programma, definendosi un libero pensatore le cui idee non possono essere additabili come fasciste. In questa intervista aggiunge qualcosa di interessante sul suo modo di rapportarsi alla politica.

Ti eri preparato alla possibilità di vincere e com’è cambiato il tuo percorso durante questa esperienza?

Ma io non è che mi sia dovuto preparare alla vittoria, semplicemente perché non ti puoi allenare per queste cose. Però durante i live non c’è stato questo gran cambiamento, sono stato io dall’inizio alla fine

Ovviamente hai creato un nuovo modo di coverizzare, una cosa molto tipica del rap, ma forse non molto conosciuta in quel contesto. Com’è nata la cosa?

Non sono stato il primo, dato che a X Factor già qualche altro rapper ha provato la stessa strada. Forse quest’anno è stato più efficace degli altri anni. Magari per le assegnazioni fortunate.

Prima di X Factor chi era Anastasio?

Esattamente lo stesso di X Factor, la differenza è che lì, dovendo preparare delle cover, avevo ovviamente dei paletti. Perché io in genere scrivo nella libertà assoluta.

Chi ti è stato vicino lì, fatta naturalmente eccezione per Mara Maionchi?

Tutti i ragazzi, in particolar modo con Leo Gassman, con cui è nata una bella amicizia. Ma in generale davvero con tutti.

Per quel che riguarda il tuo percorso, ti sei fatto una mezza idea di quello che sarà? Perché una cosa è vedere cosa è successo in passato, altra è trovarsi dentro.

Quello che deve venire verrà e sarà grandioso. Al momento siamo davvero a poche ore dalla fine del programma e devo ancora mettere in ordine le idee, schiarirle.

Hai già qualche idea e delle canzoni pronte?

Canzoni pronte sì, ne ho. Devo scriverne altre.

Salvini, Trump, CasaPound, a parte le polemiche nate sulla questione dei tuoi post sui social, ti comincia ad essere chiara l’idea della responsabilità che deriva dalla popolarità? Responsabilità intesa come attenzione a tutto ciò che è comunicazione.

Me ne sono reso conto, ma è altrettanto vero che in questo caso si è andato a pescare delle cose vecchie dal mio profilo, i like che ho messo, ma questo non è assolutamente rappresentativo delle mie idee e voglio precisare che io prendo totalmente le distanze da Salvini, CasaPound e compagnia cantante. Semplicemente nelle scorse elezioni mi sono interessato a tutti i partiti, ascoltando tutti, e poi ti dirò che alla fine ho anche votato scheda bianca perché non ci ho capito niente. Ho notato contraddizioni in chiunque.

Questa cosa nasce anche da alcuni fatti degli ultimi mesi, da Gemitaiz a Salmo, che tu conoscerai bene. Insomma, per spiegarti come non sia solo una questione di gossip, ma come l’impegno politico possa essere collegato a quello musicale.

Ma questo lo so benissimo, però ti dirò, io non voglio scendere nel merito della politica. Io non mi sognerei di fare come Gemitaiz dei battibecchi con Salvini su Instagram e condivido sull’antirazzismo di Salmo in pieno. Ma io penso che se tu sei razzista non solo non puoi ascoltare rap, se tu sei razzista non puoi fare niente. Io non credo che in automatico il rap debba essere schierato politicamente.

Tornando alla musica, quali artisti ispirano in questo momento e ti hanno ispirato in passato?

L’ispirazione la prendo da solo, poi è possibile che ascolti degli artisti e da loro impari. Ma imparo una tecnica, mai uno stile. Diciamo che gli ultimi a influenzarmi sono stati Dutch Nazari e Mattak. Il primo lo considero un cantautore a tutti gli effetti, il secondo mi piace per lo stile.

Intervista di Francesco Raiola

Fonte https://music.fanpage.it/anastasio-racconta-il-suo-x-factor-e-si-svincola-da-salvini-e-casapound-prendo-le-distanze/

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